Questo aspetto della vita di un neonato e poi di un lattante, troppo spesso è sottovalutato oppure poiché si pensa che non sia un problema che riguarda un neonato e che prima o poi imparerà a gestirlo da solo.

Dal mio punto di vista invece è un aspetto fondamentale che va affrontato fin dai primi giorni.

Non so quante volte ho sottolineato e ribadito ad esempio che il neonato ha bisogno come noi di avere un suo lettino per lasciarsi andare al sonno.

Ha bisogno di riconoscere quel posto, gli stessi gesti, oserei dire gli stessi odori, per poter dire: qui ed ora posso abbandonarmi.

A molti può sembrare una banalità , ma quanti di noi compiono gesti o rituali prima di dormire?

Quanti di noi non prendono sonno se prima non hanno messo sul comodino la bottiglia dell’acqua, il libro che stanno leggendo, controllato se la sveglia è stata inserita, perché invece il nostro bimbo dovrebbe prendere sonno nei vari punti della casa in cui noi siamo in quel momento?

È molto bello lasciarsi coccolare tra le braccia della mamma, ma quelle stesse mani possono accompagnarlo  e avvolgerlo nella sua culla rimanendo su di lui in segno di accoglienza anche nel suo letto, per potersi addormentare serenamente.

Un neonato che pesa 3500 gr impiega cinque minuti per addormentarsi, ma quando peserà 10 kg e impiegherà 45 minuti non sarà così semplice accontentarlo ed allora facciamo sì che fin dall’inizio lui possa trovare una sua modalità per addormentarsi, così nessuno ne soffrirà.

Cambiare le abitudini di un bambino di tre mesi, o peggio di tredici mesi, non sarà facile, anzi sarà doloroso per tutti.

Spesso poi si hanno dei comportamenti che ci complicano ancora di più la vita.

Infatti ai tanti risvegli si reagisce con il mettere il bimbo nel lettone, per sopravvivenza, dicono le mamme; o ancora, ciuccia il seno tutta la notte.

Tutto ciò non va nella direzione di un’autonomia, ma di una maggiore dipendenza, e non va bene per il piccolo, oltre al fatto che la mamma si sente braccata.

Vorrei però sottolineare anche un’altro aspetto di tutto ciò, un aspetto che da sempre mi sta a cuore, il rispetto del neonato e successivamente del bimbo, che a mio avviso noi adulti non consideriamo.

Spesso sento dire Il neonato deve seguire i nostri ritmi, deve fare quello che facciamo o andiamo o diciamo noi, altrimenti prende il sopravvento, quando inizia ad esplorare l’ambiente il massimo che gli concediamo è una “sdraietta” dove però deve stare fermo nella stessa posizione.

Poi passiamo al box, per sicurezza dicono in molti, ma è davvero così? O piuttosto vogliamo limitare i danni?

Pensiamo non sia in grado di usare il cucchiaio quando inizia lo svezzamento con le pappe a sei mesi,  perché può farsi male, o può sporcare il pavimento.

Però non esitiamo a metterlo davanti allo schermo del telefono o di un tablet, magari mentre mangia, per vedere un cartone, con immagini e suoni molto forti.

Molti bimbi in tenera età sanno già trovare il cartone preferito o la canzoncina dedicata, tutto ciò si mostra con orgoglio a parenti ed amici come una grande conquista.

Insomma per alcune cose è un bimbo grande e capace, molto tecnologico ed intelligente, per altre invece è troppo piccino, poi imparerà con il tempo.

Dobbiamo far pace con la nostra testa, oltre che con i nostri bimbi.

Tutto ciò che vorrei dire è che il problema sonno, non è un aspetto isolato ma è parte di un contesto ben più ampio, di un modo di porci nei suoi confronti più vero, più rispettoso, più ragionato.

Un bambino gratificato, rispettato, aiutato nelle sue esplorazioni non sarà un neonato o lattante insonne, nervoso e poco attento, ma sarà un bimbo sereno.

Offriamo ai nostri piccoli degli strumenti per crescere costantemente, offriamogli un motivo per andare a fare la nanna gratificato da ciò che ha fatto, che ha esplorato, non facciamo noi al suo posto, ma lasciamo che i suoi tentativi siano produttivi ed efficaci.

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