Perché avere accanto a se una persona qualificata dopo la nascita di un bimbo quando si torna a casa? Questo si domanda una mamma in attesa.
Ogni donna che aspetta un bimbo sa quanto sia delicato il periodo della gravidanza, dopo l’euforia o lo sconcerto dei primi giorni si trova ad affrontare fasi alterne di benessere ad altre di grande stanchezza.
Momenti intensi, determinati dalla nuova condizione, ma anche da un subbuglio ormonale sconosciuto.
Alle volte si sente forte, determinata nelle sue scelte, altre invece indecisa, fragile, bisognosa di sostegno.
Molte volte tutto ciò è compreso dalle persone che affettivamente la sostengono, altre un po’ meno.
La futura mamma crede che quando nascerà il suo bimbo tutto sarà diverso ed i suoi dubbi probabilmente scompariranno perché avrà una forza nuova, il suo bimbo.
Così trascorre il tempo ed arriva finalmente il momento del suo incontro con il piccolo, la gioia molte volte la sopraffà l’adrenalina, le da la forza per fare mille cose, poi i giorni passano, l’adrenalina scende e la stanchezza prende il sopravvento su ogni cosa.
La prima cosa che afferma è che non si aspettava questo carico di stanchezza e la gran parte delle volte la scambia erroneamente per inadeguatezza.
A risentirne, di questa situazione, non è solo la mamma ma anche il bimbo e la famiglia tutta.
Inoltre a quel punto parenti ed amici iniziano un balletto di consigli e suggerimenti che confondono ancora di più tutto e tutti e recuperare il tempo diviene più complicato.
Avere accanto a se una persona esperta e qualificata, fin dai primi giorni, invece vuol dire iniziare con serenità la nuova vita, poiché questa persona fa sì che l’incontro mamma e bimbo avvenga con naturalezza e con la tranquillità di stare a fare le cose giuste per lui, o lei, e per se stessa, sostenendo in alcuni momenti la coppia mamma-bambino, ad esempio durante l’allattamento, o per favorire il ritmo sonno-veglia, o ancora cercando di far comprendere alla mamma la differenza tra un pianto dovuto dalla fame o da un dolorino, o ancora dal bisogno di essere confortato.
Ovviamente questa presenza non dovrà andare a sostituire la mamma, che rimane al centro del suo neonato, ma semplicemente essere un supporto, per far emergere le potenzialità che ogni mamma ha dentro di se.
Mi capita alle volte, durante il tempo che trascorriamo insieme, nei primi giorni con mamma e neonato, di non prendere in braccio affatto o pochissimo il piccolo, ma di lasciare che la mamma lo gestisca da sola e di dare solo dei consigli, rinforzando molto le competenze della mamma, e di intervenire solamente quando la mamma è molto stanca e bisognosa di riposo.
Se si affianca e si sostiene la mamma, si è già fatto tutto il lavoro nel migliore dei modi, poiché una mamma riposata e serena vale di più che mille interventi sul piccolino.
Buon cammino allora, ma sopratutto a voi la scelta della persona giusta!
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